Questo libro coraggioso mi fa ben sperare che il muro dell’editoria cartacea riguardo a
temi che contrastano la nostra religione cristiana e che era possibile trovare
solo in Internet, sia ormai del tutto valicato.
La Uno Editori, che ha preso
la rampa di lancio con Mauro Biglino, ci ha regalato con CRISTIANAGGINI di Giuseppe
Verdi un altro illuminante e gradevolissimo libro che tratta del credo
religioso con taglio umoristico ma con rigore storico.
Non inganni il
sottotitolo “Piccolo glossario di
amenità, falsità, luoghi comuni e orrori cristiani”, perché si tratta di un
libro sì ironico, ma frutto di una ricerca seria e storicamente documentata,
come del resto tutti i lavori dell’Autore.
Il titolo evoca, per
assonanza, il termine stupidaggini, vale a dire le stupidità che la religione
cristiana – come del resto ogni religione - è stata capace di produrre. E,
come dice l’Autore nell’introduzione, non si tratta di comicità o banalità
inoffensive, perché su di esse si sono edificate le fondamenta del credo
religioso e dei vari vantaggi per il clero nei secoli. Per mantenere saldamente
il potere e indottrinare il gregge dei credenti la Chiesa ha imposto i suoi
dogmi, tramite le storie dei martiri, l’inerranza biblica, la cristologia e la mariologia,
veicolando sempre intolleranze, fanatismi, falsificazione, indottrinamento. Su
questa truffa legalizzata delle menzogne spacciate per verità dogmatiche la
Chiesa ha edificato il suo potere e accumulato le sue enormi ricchezze.
Certo, si parla già di
falsificazioni e menzogne, come la truffa della falsa donazione di
Costantino, la truffa delle Indulgenze, la truffa del Vescovo di Roma
proclamatosi Sovrano assoluto sul resto della Cristianità, la truffa delle
reliquie dei santi, etc., ma mai si parla della truffa primigenia, sotto gli
occhi di tutti, del Cristianesimo, che nasce in origine come corrente
apocalittica interna all’Ebraismo.
Si tratta proprio del personaggio principale, del protagonista… ma nessuno, tranne pochi audaci scrittori, ne rivelano
la vera natura solo mitologica. Sulla più grande menzogna della storia, quella
bimillenaria di Gesù Cristo, si è edificata la religione del Cristianesimo http://www.liberliber.it/…/gesu_cristo_non…/pdf/gesu_c_p.pdf come spiega Emilio Bossi (Milesbo) nel libro “Gesù Cristo non è
mai esistito”, ed. www.LiberLiber.it disponibile appunto solo su Internet.
Dico questo perché, a mio parere, non si comprenderebbe
appieno il significato di quest’opera di Giuseppe Verdi se non si indaga prima
il personaggio protagonista su cui ruota questa religione e che dà l’estro al
titolo spiritoso del libro.
Ma
dopo gli studi dell'avvocato svizzero Emilio Bossi, ci sono anche quelli di
Luigi Cascioli, il cui libro su La favola di Cristo
non si trova ovviamente nelle librerie, ma solo in qualche sparuto Circolo
Giordano Bruno di qualche grande città. Purtroppo in Italia la verità viene offesa
ogni giorno e ora ancora di più oscurata dalla propaganda clericale con libri
privi di ogni aderenza storica, perché Gesù Cristo è un'invenzione, una favola bella e buona
dei Vangeli, scritti almeno un secolo dopo la presunta esistenza del
personaggio.
E
poi poco conta - diciamolo chiaramente - che sia esistito o meno: i primi a
tradire il messaggio evangelico e i suoi pur condivisibili princìpi, sono
proprio i credenti, è la storia che parla, anche senza leggere i dieci tomi
enciclopedici dell'opera monumentale di Karlheinz
Deschner sulla
storia criminale del Cristianesimo, basta avere un minimo di onestà
intellettuale.
Quando presentai La Croce di Spine dello storico e studioso del Cristianesimo Giancarlo Tranfo, sottolineai
che non c’è alcuna traccia di Cristo negli storici dell’epoca e gli
unici che ne parlano sono i Vangeli, scritti a partire dalla seconda metà del
II secolo.
Anche questo autore, Giancarlo Tranfo, nelle sue approfondite
ricerche storiche, si è trovato di fronte all'evidenza, come molti altri
storici ed esegeti indipendenti dei Vangeli e delle altre fonti, che di Gesù
Cristo la storia non ci lascia alcun vero documento. Un'evidenza ed una
conclusione per lui dispiaciutissima, partendo egli, nella ricerca, da credente
convinto.
Ovviamente non basta constatare che Gesù non abbia scritto
nulla per negare che sia esistito. Anche Socrate, invero, non ha scritto nulla,
insegnando solo oralmente. Ma, mentre del filosofo ateniese scrissero i suoi
discepoli, persone storiche che ci sono garanti della sua esistenza: Senofonte,
Aristidippo, Euclide, Fedone, Eschine, e il divino Platone, nulla invece fu
scritto di Gesù se non tramite documenti non originali e sospetti di
manipolazione se non di totale contraffazione.
Tolta la Bibbia, che non ci fornisce la prova che Cristo sia
stato un uomo reale ma che ci fornisce molte prove invece di segno contrario,
nessun autore che chiamiamo "profano", dei molti che sarebbero stati
suoi contemporanei, ci ha lasciato qualche cenno o traccia di lui. I soli
autori del suo tempo che fecero il suo nome — Flavio Giuseppe, Tacito, Svetonio
e Plinio — o furono interpolati e falsificati, come i primi due, oppure, come
gli altri due (Svetonio e Plinio), parlarono di Cristo soltanto
etimologicamente, per designare la religione che ne prendeva il nome, appunto
il Cristianesimo.
Gli unici documenti storicamente attendibili stanno a provare
piuttosto, come scrive Tranfo, che Gesù
Cristo sia solo il risultato di una artificiosa unione di due personaggi
storicamente verificabili, l'uno Yeshua
ben Panthera, quale messia sacerdotale e guida spirituale della nuova
Israele, l'altro Giovanni di Gàmala,
il nazireo unto del Signore, detto Kristos, che avrebbe dovuto preparare
l'insurrezione per rovesciare il potere dell'oppressore romano. Del resto lo
stesso Ernesto Renàn, noto come il più grande dei cristologi, che fece passare
la sua Vita di Gesù come una ricerca
biografica laddove si tratta di un abile romanzo, è pure costretto a
riconoscere in successivi scritti il silenzio della storia intorno al suo eroe
e protagonista.
Qualcuno mi dirà che la legittimità o la credibilità di una
religione, si misura non sulla storia ma sulla fede: nulla di male cioè che una
religione, pure inventata, ma divenuta un'eggregora potentissima in duemila
anni, si diffonda qualora predicasse pur sempre princìpi di altruismo e bontà.
Orbene, a parte il fatto della non credibilità invece di una religione che non
abbia alla sua origine un vero profeta, vorrei rispondere con una frase del Mahatma Gandhi, che di vero pacifismo è stato finora, nella storia politica del pianeta, il più credibile garante:
egli disse che "Io amo e stimo Gesù,
ma non sono cristiano. Lo diventerei se solo vedessi un cristiano comportarsi
come lui".
Insomma,
in tutto il primo secolo di storia che viene considerata come l’epoca della
vita di Gesù, nessuno storico o scrittore fa menzione del personaggio che
risponderebbe al suo nome: né in Grecia, né a Roma e né in Palestina. In
seguito la storia di Cristo fu inventata copiando le divinità di Horus, Mitra,
Zoroastro, Baal, Iside-Osiride, Dioniso-Bacco, Adonis, Budda, Ercole, Prometeo,
Krishna, Attis. Interessante, sotto questo
profilo, la ricerca di Pier Tulip
nel libro "KRST. Gesù un mito solare", con sottotitolo Una
nuova esegesi svela contenuti mitici e allegorici dei Vangeli. Nuova ipotesi
sul Gesù storico”. Come non ricordare in
proposito la poesia Il
Sole (l’unico dio) di Lorenza
Franco, in La tela di Penelope, p.
25, ed. NS 2015, ricca di note e riferimenti storici.
Oggi di certo sappiamo - anche per gli studi
approfonditi di Mauro Biglino e di altri
esegeti indipendenti prima di lui - che la verità non risiede nelle cosiddette
“sacre scritture”. Come ampiamente dimostrato anche da storici e studiosi degli
ultimi due secoli, la presunta parola di Cristo nient’altro è che la summa di vari scritti di dubbia natura,
testi manipolati a tal punto che in essi convergono solo in una miriade di
contraddizioni. Contraddizioni sulle quali nemmeno i più dotti e fini teologi
riescono a trovare una spiegazione che li metta d'accordo, pure adducendo la
falsa teoria che Cristo andrebbe interpretato teologicamente piuttosto che
storicamente. Molti si chiedono: ma è possibile che un personaggio del genere,
che compiva tali miracoli, resti sconosciuto alla storia e ai popoli di allora?
Risposta: certamente che è possibile; infatti tale personaggio non è mai
esistito.
L’unico
modo per tentare di avvalorarne l’esistenza a
posteriori era, e così è stato, quello di crearne la leggenda attingendo a
piene mani dalla vita di altri personaggi mitologici e di altri invece esistiti
che, secondo le ricerche di autori liberi pensatori, sono anche storicamente
verificabili ma che non erano lui. Ritorna utile il detto secondo cui una
menzogna ripetuta all’infinito con il tempo diventa una verità. Infatti la menzogna
bimillenaria inculcata nelle scuole fin da bambini, per molti è una verità, o
meglio, resta una convinzione anche da adulti. Di fatto Gesù Cristo resta la più grande beffa ideologica della storia
umana, che alle gerarchie della Chiesa cattolica frutta potere e ricchezza
da oltre due millenni.
Mi
vorrà scusare l’Autore per questa mia digressione storica prima che arrivi alla
effettiva recensione del suo libro CRISTIANAGGINI,
ma qui non si
tratta di essere appassionati di cristologia ma di essere amanti della storia e
della verità. Meno male che, prima di Giuseppe Verdi, romanzi best seller come
il Codice
da Vinci, di Dan Brown hanno
acceso un po’ di curiosità intellettuale anche nel cittadino di media cultura sulla
vita di Gesù Cristo e sulla vera storia del Cristianesimo.
Forse resterà impossibile, anche dopo le ricerche di Donnini, De Angelis,
Moraldi, Cascioli, Salsi, Tulip, Franco, Tranfo, arrivare ad una definitiva
verità storica sul Cristianesimo, dato che si tratta di rovistare tra documenti
mistificati, contraffatti, costruiti ad arte nei primi secoli. Di certo i
legami di questa religione con le tradizioni
pagane e mitraiche, con tutto ciò che è palesemente inventato o retaggio di
riti e culti solari più antichi, fin da Anubi e Osiride egizi, come ci spiegano
autori liberi pensatori e storici indipendenti, è verità storica assodata. Così
come è verità storica assodata che l’uomo Gesù, anche concedendo che fosse
esistito, sia stato reso consustanziale con Dio, grazie alle elucubrazioni, ai
voli pindarici e alle mire di potere di un manipolo di personaggi tanto pii
quanto inutili e nocivi, ma ci vollero tre secoli – mi riferisco al Concilio di Nicea del 325 – per accorgersi
che costui era “della stessa sostanza del padre” e a renderlo Dio per votazione.
Merito di
Giuseppe Verdi è di offrire al lettore, in una narrazione non impegnativa e
divertente, un accrescimento delle proprie conoscenze sul Cristianesimo e sulla
storia di questa religione, a scopo di sviluppare in noi una coscienza critica
e un atteggiamento costruttivo. Perché posso assicurare che il titolo, che i
più considerano dileggiatorio e provocatorio, è soltanto un eufemismo a fronte
delle criminali scempiaggini che continuano a essere prodotte dalla Chiesa per
arrecare vantaggi al clero e mantenere il potere e indottrinare il gregge dei
credenti.
Il primo
capitolo del libro, intitolato “A prova
di errore”, è dedicato all’inerranza biblica e all’ispirazione divina del
testo sacro, con la precisazione del fatto, che pochi sanno, che Dio diviene
autore della Bibbia solo nel 1442 in occasione del Concilio di Firenze. Ma il
documento principe sull’ispirazione divina e, quindi, dell’inerranza della
Bibbia resta la costituzione dogmatica Dei
Verbum, promulgata durante il Concilio Vaticano II nel 1965.
Nel secondo
capitolo intitolato “Baldracche pro ecclesia”
si ricorda come, in concomitanza con le Crociate, si sviluppò anche una
prostituzione itinerante grazie a stuoli di donne pronte a soddisfare i pruriti
erotici dei “soldati di Cristo”. I concili ecclesiastici erano poi una ghiotta
occasione di grandi affari per le prostitute, che accorrevano a migliaia presso
le città ospitanti tali santissimi incontri, proprio come oggi le escort pullulano a Bruxelles, sede del
Parlamento Europeo.
Nel terzo capitolo
dal titolo “Castrazione” l’Autore ricorda
la setta cristiana russa degli Skopcy, vale a dire eunuchi, della fine del
XVIII, che definire fondamendalisti sarebbe riduttivo. Predicavano la
mortificazione del corpo fino ad arrivare all’automutilazione del pene per gli
uomini e del seno per le donne. Questo per poter diventare angeli e guadagnarsi
il diritto di entrare nel regno dei cieli.
Nel quarto
capitolo “Coitus christianus” viene
spiegata l’aberrazione ideologica, iniziata con Agostino d’Ippona, divenuto poi
Sant’Agostino, di considera il sesso come il peggiore dei mali e di considerare
la contraccezione come un omicidio. Ancora nel 1958 il papa Pio XII proibì
espressamente i preservativi, ribadendo che il buon vecchio condom va evitato
anche in presenza del rischio di una gravidanza pericolosa per la donna. La
chiesa non arretrò mai di un passo dalle sue intransigenti posizioni, nemmeno a
fronte del dilagare dell’AIDS, flagello contro il quale Wojtyla propose la
fedeltà, per gli sposati, e la castità, per i celibi, pur di non dire sì al
preservativo, che avrebbe potuto limitare le epidemie e ridurre i milioni di
morti.
Nel capitolo
“Cristologia”, il quinto, si parla
dello studio della natura di Cristo, così come la mariologia è lo studio sulla
natura della Madonna. Insomma si va oltre la teologia, la scienza del nulla, prerogativa
di tutte le religioni, per creare discipline che hanno la medesima dignità di
materia di studio dell’enologia musulmana o dell’agricoltura polare, così scherzosamente
Umberto Eco inserisce nel piano di studi di una facoltà delle scienze inutili.
Ricorda Giuseppe Verdi che secolo dopo secolo l’uomo Gesù venne reso
consustanziale con Dio grazie a elucubrazioni teologiche e che si è dovuto
attendere oltre tre scoli dalla nascita di Gesù per accorgersi al Concilio di
Nicea dell’anno 325, che costui era della stessa sostanza del padre e per farlo
diventare quindi Dio per votazione.
Il capitolo
successivo, intitolato “Da quale pulpito”
ci mostra quanto irrispettoso, per non dire ingiurioso, sia nei confronti del
prossimo proprio quel clero che rivendica rispetto per la c.d. sensibilità cattolica
e continua a blaterare di un “porgi l’altra guancia” che non manca di essere
ripetutamente calpestato e sostituito da un ben più diffuso “predica bene e razzola
male”. Segue una serie di date di storia recente, dal 2010 al 2017, sulle più
ipocrite vicende e esternazioni di papi, vescovi e prelati.
Con il settimo
capitolo, sulla “Dottrina sociale”,
l’autore precisa come la “questione sociale” sia uno dei non pochi ambiti nei
quali ciò che la Chiesa sostiene oggi – spacciandolo come dottrina costante – è
in realtà ben diverso da quanto essa predicava in passato. Nella fattispecie, pur
presentandosi a livello di propaganda come “religione dell’uguaglianza” che
condanna le diseguaglianze sociali, il Cristianesimo ha invece sempre sostenuto
tali diseguaglianze a livello dottrinario, tollerando la schiavitù e mostrando
di avere a cuore le sorti dei più sfortunati non di più di quanto un gatto
possa avere a cuore il benessere di un topo.
La pioggia
di denaro per la Chiesa cattolica iniziò con le donazioni dei fedeli e gli
svariati privilegi concessi al clero, e già nel corso del V secolo i vescovi di
Roma erano diventati i più grandi latifondisti dell’Impero Romano; il monito
evangelico secondo cui un ricco non può entrare nel regno di Dio era già di
fatto superato.
Il capitolo
prosegue con un excursus sulle esternazioni di vari papi, in particolare Pio
IX, Leone XIII e Pio XII che hanno contribuito alla formazione della cosiddetta
“dottrina sociale” della chiesa, tra la fine del XIX secolo e la metà del XX
secolo alla base della quale sta l’inevitabile disparità tra ricchi e poveri e
il principio che ricchezza e proprietà sono diritti dei ricchi, restando la
beatitudine eterna per i secondi. Le cose non cambiarono con i successivi papi,
fino ai proclami più ipocriti come quello “non
c’è vera soluzione della questione sociale al di fuori del Vangelo” di
Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI pur sostenendo l’esaltazione della proprietà
privata e la critica del socialismo.
Divertente e
istruttivo è anche il capitolo ottavo sull’Ecumenismo
e sulla ricerca di un’unione tra le tre religioni monoteiste, dove l’Autore fa
notare che, all’insegna dell’ipocrisia e delle gaffe, si simula il dialogo
interreligioso tra soggetti che si definiscono reciprocamente miscredenti da
quattrodici secoli.
Sarebbe come
dire, da parte della Chiesa, “con le Crociate e i massacri abbiamo scherzato:
adesso che la religione perde terreno uniamo le forze e facciamo finta di non
esserci mai odiati e chiamati vicendevolmente infedeli”.
Da notare
poi che ognuna delle tre religioni monoteiste è per definizione portatrice
della verità e del verbo divino, per cui è escluso fin dall’inizio ogni
possibile dialogo e confronto. Eppure il massimo fautore del “dialogo
interreligioso” è stato Giovanni Paolo II, che in particolare tese la mano all’islam.
Una linea del pontefice che fu respinta dalla maggioranza dei cardinali, i
quali almeno un po’ di coerenza avevano, in occasione del concistoro del 1994.
Il libro prosegue
con altri gustosissimi 27 capitoli messi in ordine alfabetico e di cui riporto
solo il titolo perché non voglio rovinare la sorpresa al lettore: Emorroidi,
Filosofia cristiana, Gadget papali, Gregorio il musicista, Halloween &
Harry Potter, Horror, Indice dei libri proibiti, Ingerenza, Limbo, Madonna,
Malicidio, Martiri, Novelle mariane, Nudità mariane, Olivier Jacques, Otto per
mille, Papato, Pudore, Quanta cura!, Radio Maria, Ritardi, Sacerdozio
femminile, Schlessinger, Trinità, Uccelli cristiani, Valla Lorenzo, Sozzerie
cristiane, e termina con una divertente Appendice poetica.
Solo del capito "Otto per mille" vorrei spendere, conclusivamente, qualche parola, per recuperare le riflessioni sui costi della Chiesa che feci durante la seconda presentazione, nel novembre 2011 al circolo UAAR di Rimini, del libro La tristezza di Satana, di Lorenza Franco. La prima presentazione avvenne a Milano presso la libreria Claudiana, in data 15 aprile 2011, in occasione del compleanno del compianto genitore avv. Aldo Bonomo, ottenendo solo uno scarno - come sempre avviene quando si tocca il credo religioso in Italia - comunicato stampa di TGCom 24 qui leggibile: http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/emilia-romagna/articoli/1006431/la-tristezza-di-satana-di-lorenza-franco.shtml
L’Autore descrive il subdolo meccanismo "Otto per mille” finalizzato ad apportare quasi tutti i vantaggi alla Chiesa cattolica anche se scegliamo come beneficiario un’altra confessione o ente. Il libro mette in luce proprio come la Chiesa sia nata e poi cresciuta sull’inganno, per arricchirsi a dismisura come patrimonio pecuniario e immobiliare. La mia introduzione si intitolava “Quanto costa agli italiani credere?” e riportava i dati sconcertanti che ancora oggi vengono confermati dagli approfonditi studi di UAAR visibili nel sito http://icostidellachiesa.it che resta aperto al contributo di chiunque avesse informazioni di dettaglio: questo perché il compito di risalire a informazioni esatte non è per nulla facile, restando a tutt’oggi la cifra reale e precisa ignota sia allo Stato sia alla stessa Chiesa. Sta di fatto che nessuno è al corrente dell’entità dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui, annualmente, beneficia la religione più importante delle altre confessioni, la Chiesa cattolica nelle sue articolazioni (Santa Sede, CEI, ordini e movimenti religiosi, associazionismo, etc.). Non la rendono nota, tale cifra, né la Conferenza Episcopale Italiana, né lo Stato. Si ha ragione di credere che i dati da me citati ottoe anni fa siano, per quanto ancora scandalosi, oggi ancor più approssimati per difetto: https://www.facebook.com/notes/giovanni-filippo-francesco-bonomo/quanto-costa-agli-italiani-credere-note-a-margine-della-presentazione-del-libro-/10150404835263486
Solo del capito "Otto per mille" vorrei spendere, conclusivamente, qualche parola, per recuperare le riflessioni sui costi della Chiesa che feci durante la seconda presentazione, nel novembre 2011 al circolo UAAR di Rimini, del libro La tristezza di Satana, di Lorenza Franco. La prima presentazione avvenne a Milano presso la libreria Claudiana, in data 15 aprile 2011, in occasione del compleanno del compianto genitore avv. Aldo Bonomo, ottenendo solo uno scarno - come sempre avviene quando si tocca il credo religioso in Italia - comunicato stampa di TGCom 24 qui leggibile: http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/emilia-romagna/articoli/1006431/la-tristezza-di-satana-di-lorenza-franco.shtml
L’Autore descrive il subdolo meccanismo "Otto per mille” finalizzato ad apportare quasi tutti i vantaggi alla Chiesa cattolica anche se scegliamo come beneficiario un’altra confessione o ente. Il libro mette in luce proprio come la Chiesa sia nata e poi cresciuta sull’inganno, per arricchirsi a dismisura come patrimonio pecuniario e immobiliare. La mia introduzione si intitolava “Quanto costa agli italiani credere?” e riportava i dati sconcertanti che ancora oggi vengono confermati dagli approfonditi studi di UAAR visibili nel sito http://icostidellachiesa.it che resta aperto al contributo di chiunque avesse informazioni di dettaglio: questo perché il compito di risalire a informazioni esatte non è per nulla facile, restando a tutt’oggi la cifra reale e precisa ignota sia allo Stato sia alla stessa Chiesa. Sta di fatto che nessuno è al corrente dell’entità dei fondi pubblici e delle esenzioni di cui, annualmente, beneficia la religione più importante delle altre confessioni, la Chiesa cattolica nelle sue articolazioni (Santa Sede, CEI, ordini e movimenti religiosi, associazionismo, etc.). Non la rendono nota, tale cifra, né la Conferenza Episcopale Italiana, né lo Stato. Si ha ragione di credere che i dati da me citati ottoe anni fa siano, per quanto ancora scandalosi, oggi ancor più approssimati per difetto: https://www.facebook.com/notes/giovanni-filippo-francesco-bonomo/quanto-costa-agli-italiani-credere-note-a-margine-della-presentazione-del-libro-/10150404835263486
Bisogna dare
atto all’Autore di saper mitigare lo sdegno che deriva dalla lettura dei vari dogmi religiosi grazie a un suo notevole senso dell’umorismo. Vi è
però da chiedersi, seriamente, quando l’umanità si affrancherà dalle
religioni, che frenano il progresso scientifico e avviliscono la cultura e il
libero pensiero alla base di essa.
Milano, 27.
3.2019 Avv. Giovanni
Bonomo – Candide C.C.
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